MISTERI DOLOROSI del Rosario
1.
L'agonia di Gesù nell'orto del Getsemani
Gesù andò con loro in un podere
chiamato Getsemani e cominciò a provare tristezza e angoscia.
Gesù
vive la sua più grande tentazione. Il Maligno gli fa vedere la morte come una
sconfitta, come una distruzione di tutto il bene fatto, come la fine di tutto.
Gesù
lotta interiormente per rimanere fedele al Padre: "Egli è mio Padre. La
mia vita è sua, ora e dopo la morte e nella morte stessa. La mia opera, quanto
ho compiuto, era obbedienza al Padre: Egli completerà ciò che per mezzo mio ha
iniziato".
Con
l'arma della fede Gesù vince la lotta terribile che lo fa sudare sangue: «Padre,
non la mia, ma la Tua volontà sia fatta». E ripete, e ripete ancora: Non la
mia, ma la Tua volontà.
Gesù
vive da solo questo momento. Discepoli e amici sono spiritualmente assenti. Il
sonno è per essi tentazione: impedisce loro di unirsi a Gesù nell'offerta di sé
al Padre. La tentazione iniziata col sonno si completa nella fuga.
Gesù
è solo. Come nel deserto.
«Ma
io non sono solo, il Padre è con me».
E
così Gesù cammina in mezzo alle guardie come uno che sa non dover fare altro
che amare, nell'attesa della manifestazione dell'amore del Padre.
Con
Gesù viviamo l'amore, lasciando al Padre la nostra difesa.
2. Gesù
flagellato crudelmente
Allora Pilato fece prendere
Gesù e lo fece flagellare
L'odio,
l'invidia e la gelosia degli uomini influenti hanno la meglio. Gesù soccombe.
Egli viene trattato da delinquente.
Nel
suo cuore però l'odio non è entrato. Nel suo cuore la violenza non provoca
reazioni. Nel suo cuore i flagelli non riescono a far sorgere ribellione, né
contro Dio né contro gli uomini.
Gesù
riceve i colpi di flagello come dono del Padre all'umanità. Egli porta il
peccato del mondo come agnello, e il peccato merita la correzione. Il peccato fa
soffrire l'uomo, ed Egli, innocente, se l'è addossato quando è entrato nelle
acque del Giordano.
Ora
ogni colpo di flagello è occasione per Gesù di dire al Padre: eccomi, eccomi,
fa di me ciò che vuoi. Tu ferisci e tu risani. Eccomi, il mio corpo si apra
perché esca il mio sangue e guarisca le ferite che il peccato infligge al cuore
degli uomini
Voglio vivere anch'io le
contraddizioni e i colpi d'inimicizia degli uomini come li ha vissuti Gesù, per
completare nella mia vita l'offerta del suo corpo al Padre per la salvezza di
tutti.
3. Gesù
incoronato di spine
E intrecciata una corona di
spine gliela posero sul capo con una canna nella destra. Mentre gli si inginocchiavano
davanti lo schernivano: Salve, Re dei Giudei!
I
soldati si divertono a far soffrire Gesù. t un mistero che si è ripetuto nella
vita dei martiri e si ripete ancora. t il mistero del cuore dell'uomo che si
lascia possedere da una malvagità così squallida. Ma Dio, il Dio dell'amore,
sa adoperare anche questo male dell'uomo: lo adopera come profezia.
I
soldati scherniscono Gesù usando per Lui il titolo di Re, e gli configgono sul
capo le spine intrecciate a corona.
Noi
leggiamo in questo gesto l'invito ad accogliere Gesù come vero re, un re che
non domina, ma ama fino al dono di sé. Per noi quel gesto di malvagità dei
soldati è divenuto profezia, è divenuto rivelazione delle intenzioni di Dio.
Gesù è nostro Re. Egli è mio Re, non per decisione degli uomini,
dell'opinione pubblica, ma per mia decisione personale. Io lascio che Egli regni
in me.
Maria non era presente a
questa incoronazione di Gesù, ma nel suo cuore Ella lo aveva già accolto come
Re. Lo accolgo e ubbidisco anch'io, come Lei, accettando il suo titolo di Re dal
Padre, che me lo ha rivelato nel momento in cui Gesù esercitava la sua regalità
di amore.
Anch'io, come la Madre,
accolgo Gesù e gli ubbidisco accettando il suo titolo di Re dal Padre...
4. Gesù
condannato a morte porta la croce al Calvario
Portando la croce si avviò verso
il luogo detto in ebraico Golgota.
Tutti
gridano: Crocifiggilo! E Pilato si lascia vincere dalla violenza e dal ricatto
dei capi dei Giudei.
Gesù,
riconosciuto ufficialmente innocente, viene condannato a morire col supplizio
dei malfattori.
Egli
non s'attendeva altro: già lo aveva predetto ai suoi.
Ora
però la realtà è viva e tremenda. Sulle sue spalle grava il pesante legno, un
legno che le sue forze non riescono a reggere del tutto. Le cadute sui sassi
della strada sporca aumentano il dolore.
Un
incontro con le donne piangenti, tra cui la Madre, rendono il cammino verso il
Calvario occasione di nuovo annuncio: «Non piangete su di me, ma sui vostri
figli». A Gesù non preme la propria vita, a lui preme la vita eterna degli
uomini. Ci saranno coloro che la riceveranno da Lui, e ci saranno coloro che la
rifiuteranno: questo è il dolore di Gesù, che il frutto del suo sacrificio non
sia accolto da tutti.
«Ho
il potere di offrire la mia vita» aveva detto: ora Gesù offre se stesso. I
soldati non devono forzarlo a camminare. Egli vuole andare al Calvario, perché
vuole che io sia salvato dall'inganno del Maligno. Ogni suo passo è un atto di
amore.
Ringrazio Gesù, e lo voglio
seguire.
Con Maria lo accompagno e
offro al Padre le mie piccole sofferenze d'ogni giorno, anche quelle del vedermi
ingiustamente giudicato e condannato.
5.
Gesù muore in croce
Gesù gridando a gran voce
disse «Padre, nelle tue mani consegno il
mio spirito».
Disse: «Tutto è compiuto». E
chinato il capo, spirò.
Le
ore dell'agonia sono lunghe e buie.
Gesù
soffre dell'abbandono dei suoi discepoli.
Egli
soffre la tentazione dell'ultima ora: «Se sei figlio di Dio ... ». «Sì, sono
figlio di Dio» sembra che Egli risponda: "e proprio per questo rimango
abbandonato nelle mani del Padre: a Lui affido la mia vita.
A
Lui che non vedo, che sembra assente, che sembra mi abbia lasciato. Sono suo
figlio, per questo lascio che Egli si occupi di me fino alla fine. Egli sa ciò
di cui ho bisogno, Egli sa come posso essere utile al mondo: mi affido a Lui.
La
mia sete la offro a Lui.
La
mia completezza di obbedienza alla sua volontà espressa nelle Scritture la
offro a Lui.
I
miei discepoli li presento a Lui, tramite mia Madre, fedele fino alla fine. E
mia Madre la dono a loro perché continui la maternità che il Padre le ha
chiesto per me.
E
la promessa del Padre a coloro che mi amano la realizzo per il ladrone che mi
accoglie, nonostante io appaia verme e non uomo, rifiuto del mio popolo".
Così,
con questi sentimenti di amore, Gesù muore.
Il
centurione si converte: crede in Lui.
Io con la Madre e col
discepolo prediletto continuo ad amarlo e ad offrirlo al Padre.
E con Lui offro me stesso:
Padre, sono anch'io tuo figlio. Fa' di me un testimone di Gesù.
puoi vedere Gesù Taceva o Ecco il vostro Re!