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Cenni sul cammino della Fraternità "Gesù Risorto" 

La nostra Fraternità ha avuto inizio dal desiderio di due sacerdoti, che ci raccontano:

“Durante gli ultimi anni di seminario abbiamo percepito importante per la nostra vita e per la vita della Chiesa la parola di Gesù: "Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro". Pensavamo infatti: «Se siamo uniti nel Nome di Gesù, per amore suo, la nostra unità sarà un luogo concreto della sua presenza! Se egli sarà presente non potrà far a meno di agire, di beneficare, di donare la salvezza a chi è nel suo raggio di azione!». Eravamo sollecitati e favoriti in questo desiderio dal clima diffuso dal Concilio Vaticano II, che auspicava la vita comune tra i sacerdoti.

Dopo vari anni, durante i quali chiedevamo al Vescovo di poter vivere insieme, questi ci nominò parroci in parrocchie confinanti. In tal modo, e dopo aver benedetto esplicitamente il nostro desiderio, egli ci mise nella possibilità concreta di realizzarlo. Dietro il nostro esempio e con il nostro appoggio si unirono anche alcune sorelle. Iniziammo il 15 agosto 1977 con un ritiro spirituale. Due anni dopo si aggregarono anche dei giovani.” 

Oltre alla Parola ricordata, altro punto importante della nostra esperienza era l’abbandono concreto alla Provvidenza del Padre, secondo l’insegnamento di Gesù: "Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù" e "Il Padre vostro sa ciò di cui avete bisogno...".

Trascorsi cinque anni, l’Arcivescovo mons. Alessandro Maria Gottardi, desiderando far sorgere nella Diocesi dei luoghi di preghiera di cui potessero godere i fedeli, fece restaurare la canonica della Pieve di Tavodo, disabitata ormai da anni: la trasformò in Casa di Preghiera, chiamandovi e accogliendovi la nostra piccola fraternità (10/10/1982).

Per questo servizio egli stesso ci affidò tre parole con cui riassumeva il compito che ci consegnava:

Silenzio, Preghiera, Carità.

Silenzio: vivere in clima di raccoglimento, per dar spazio al Signore Gesù, in un rapporto di intimità con lui.

Preghiera: personale adorante e comunitaria liturgica, che ora, seguendo la Liturgia delle Ore, ci raccoglie normalmente sette volte al giorno, come dice un salmo;

Carità: il Padre Vescovo stesso l'ha intesa come offrire silenzio e preghiera vissuti, e accogliere chi volesse condividerli per qualche ora o qualche giorno. 

Cercammo di vivere uniti nel Nome di Gesù, per amor suo, nel tentativo di seguire l'esempio della prima Chiesa di Gerusalemme, come è scritto negli Atti degli Apostoli: assidui all'ascolto degli insegnamenti degli Apostoli, all'unione fraterna con i beni in comune, all'Eucaristia e alla preghiera. Questo è stato l’incoraggiamento confermatoci dall’Arcivescovo mons. Giovanni Maria Sartori.

Invitati dall’Arcivescovo mons. Luigi Bressan stendemmo lo Statuto, che egli approvò il 25 gennaio 2000 erigendo la nostra comunità ad Associazione Laicale, secondo il Codice di Diritto Canonico della Chiesa. In tale occasione assumemmo il nome «Fraternità Gesù Risorto»! 

Siamo conosciuti in vari luoghi attraverso gli opuscoli e il calendario “Cinque Pani” e in questi ultimi anni anche attraverso la Parrocchia Virtuale in Internet. Queste pubblicazioni sono nate in seguito a sollecitazioni che abbiamo accolto come segno della volontà di Dio. Siamo riconoscenti se anche questo frutto della nostra vita fraterna può aiutare qualcuno a stare unito a Gesù ed essere impiegato come pietra viva per il suo edificio spirituale, la Chiesa!

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Nel 1995 siamo stati chiamati per un servizio, confermatoci dall’Arcivescovo Mons. Sartori, in Turchia: custodire la Chiesa di San Paolo a Konya, luogo di passaggio per i pellegrini che ripercorrono le tappe dei viaggi missionari dell’Apostolo. L’abbiamo accolto con gioia, come modo concreto di ringraziare i Ss. Martiri Sisinio Martirio e Alessandro per aver portato la fede nella nostra regione e averla testimoniata col sangue. Li ringraziamo pregando e vivendo la stessa fede là nelle terre da cui provenivano!

 

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"Non prego solo per questi,

ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me;

perché tutti siano una sola cosa.

Come tu, Padre, sei in me e io in te,

siano anch'essi in noi una cosa sola,

perché il mondo creda che tu mi hai mandato"

(Gv 17, 20-21).

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