2.
Scriviamo queste riflessioni nella speranza di poter
giovare anche ad altri, singoli o famiglie o fraternità, perché anche noi
siamo stati molto aiutati dall'incontro con altre comunità, dalla loro
esperienza e dal loro fervore!
Qualcuno
potrà trovare qui stimoli e motivazioni a procedere con gioia e perseveranza
nella sequela di Gesù, qualche altro un aiuto per riprendere strade abbandonate
o correggere la direzione di qualche sentiero intrapreso alla leggera.
Forse
qualche giovane scoprirà qui la maniglia di una finestra o di una porta che si
apre su di un mondo per lui tutto nuovo…!
Noi
speriamo anche di trovare qualcuno che preghi per la nostra conversione, ci
sostenga e ci aiuti a perseverare in quel cammino di solitudine e di comunione
che ha plasmato la vita di molti di coloro che ci attendono nella dimora degli
amici di Dio!
Invochiamo
la misericordia e la compassione del Signore Gesù Cristo: grazie anche alle tue
preghiere, l’otterremo!
1.
VENITE E VEDRETE.
Finalmente!
Finora hanno detto: andate, andate!
Persino
Giovanni il Battezzatore, il grande asceta amico di Dio, non poté che ripetere
il gesto di chi dice: andate!
Io
stesso mi sono sempre sentito dire: "Vai, va’: forse vedrai! Altrove, non
qui, non ora."
Quando
cercavo il Regno di Dio, quando avrei voluto vedere qualcosa della forza
trasformatrice della Parola di Dio vissuta, quando desideravo vedere come si fa
ad obbedire a Gesù, a vivere qualcosa di ciò che egli ha vissuto, mi sentivo
dire: “Non qui, corri là, va' lontano laggiù..., cerca nei secoli passati,
eccoti un libro con la vita dei santi, va' a vedere altrove...”.
Vedendo
la sete di Dio negli occhi di qualche mio interlocutore dovevo anch'io ripetere:
non qui, corri là, forse lassù...
Ero
costretto a dire così.
Chi ero, infatti, e chi sono io? Un peccatore!
In me non trovi che varie forme di incredulità, in me trovi la debolezza
dell'uomo, vari camuffamenti dello spirito del mondo; vicino a me troveresti
solo delusione e amarezza.
Devo anch'io allontanare gli uomini che cercano Gesù.
Non
è proprio possibile ripetere quel "venite
e vedrete"?
È
sempre necessario rimandare al passato o al futuro, al distante o allo
straniero?
Eppure
Gesù ha detto: "Venite e vedrete!"
Egli
non fa attendere, non fa sognare, non allontana.
Gli
avevano chiesto: "Dove abiti?".
Rispose subito: "Venite e vedrete"
(Gv 1, 39).
Basterebbe
preparare a Gesù un'abitazione. Basterebbe diventare luogo della sua presenza
per poter dire agli affamati di Vita: "Venite...".
Il
mio sogno è poter dire a qualcuno, anzi, a tutti: "Vieni, e vedrai".
Tu cerchi Gesù? Vieni e lo troverai. Non troverai me, troverai lui.
È
possibile parlare in questo modo? Invitare così non è presunzione?
Com'è
possibile?
Io,
povero e vero peccatore, potrò mai rivolgere questo invito?
Con
umiltà, e con la sicurezza della parola di Gesù, è possibile!
Egli
ha detto: "Dove due o tre sono
riuniti nel mio Nome, Io sono in mezzo a
loro" (Mt 18,20)!
Ecco
l'abitazione di Gesù, il luogo della sua dimora, il luogo che si può visitare
per vedere!
Ecco
la finestra aperta dove si può guardare senza delusione!
“Dove
due o tre sono riuniti nel mio Nome” è la dimora di Gesù.
Io
resto peccatore. E anche tu. Se però nel Nome di Gesù ci riuniamo, potremo
dire a qualcuno: “Vieni, e lo incontrerai”.
Non la mia o la tua perfezione è necessaria. Non è necessario che io sia
senza peccati e senza difetti, e nemmeno tu. Necessario è che il suo Nome sia
il centro che unisce i nostri cuori e la nostra vita.
"Riuniti
nel suo Nome".
Poniamo la persona di Gesù come causa, occasione e scopo del nostro vivere
insieme. Egli sarà il centro della nostra vita, il perno dei pensieri e delle
azioni; cercheremo di dar gloria a lui, di vivere in modo che sia lui a... far
bella figura, a risplendere.
Provo a fare qualche esempio:
io
vivo con te non perché tu sei simpatico, ma perché Gesù merita questo
sacrificio;
servo
te, non perché tu sei buono, ma perché Gesù è servo e ti ama;
tollero
i tuoi difetti non perché il lavoro va meglio così, ma perché Gesù ha nel
cuore una carità che tutto sopporta;
vivo
sotto il tuo tetto e ti consegno il mio stipendio e lascio decidere a te l'ora
del mio riposo e il menù del mio pasto, non perché tu sei un bravo
organizzatore o un oculato economo, ma perché Gesù si lascia servire e vuole
essere figlio obbediente;
accetto
che tu soffra per i miei peccati senza vergognarmene, non perché sei
comprensivo, ma perché Gesù si è piegato nel Giordano sotto la mano di
Giovanni;
lascio
che tu faccia quel che hai previsto, e sono unito alla tua decisione, non perché
sei intelligente, ma perché Gesù è mite e umile di cuore;
vivo
con te, mi unisco a te in tutto, anche nella preghiera e nel silenzio, non perché
tu sei più pio e devoto di me, né per convenienza, né per far del bene o per
essere utile a qualcuno, ma perché Gesù vive unito al Padre nell'eternità! A
me preme che lui possa vivere qui dove noi siamo uniti;
prometto
fedeltà a questa vita "riunita" non per avere una sicurezza, ma perché
Gesù non ha mai ritirato il suo dono al Padre.
Non
sarò capace di mantenere l'unità, o perlomeno non lo sarò sempre;
probabilmente nemmeno tu. Ci conforta però sapere che l'unità nel Nome di Gesù
è frutto dello Spirito Santo che il Padre ci ha dato e continuamente riversa
nei nostri cuori nonostante il nostro peccato e la nostra debolezza. L'unità è
un dono gratuito: noi cerchiamo di togliere dal nostro cuore gli ostacoli che ne
impediscono la realizzazione; poniamo attenzione ad amare Gesù in maniera
sempre nuova. Ci aiutiamo in questo esercizio ricordandocelo continuamente. E il
dono non mancherà!
“Dove
due o tre sono riuniti nel mio Nome”!
Ecco
la fonte, la vita, la meta, la casa.
"Venite
e vedrete!"
3.
VENITE E VEDRETE... IL FIGLIO.
Che
cosa vedrete?
Non
i miracoli. Essi sono fatti passeggeri.
Non
la scienza: questa può gonfiare, ma non riempie il cuore di pace e gioia.
Vedrete
uomini perfetti? No, essi non esistono.
Vedrete
solo la Presenza di Gesù.
Vedere
la Presenza di Gesù è gustare una pienezza, una dolcezza che non ha l'eguale.
Con gli occhi tu vedrai solo uomini che cercano di ubbidirsi, che non alzano la
voce, che non impongono la propria volontà, che si sottomettono al desiderio
appena accennato o soltanto intuito dell'altro.
Vedrai solo questo... eppure sarai certo - chissà come? - della Presenza
del Figlio, di colui che dipende in tutto dal Padre, del Figlio di Dio “che
non fa nulla se non ciò che vede fare dal Padre” (Gv 5,19). Vedrai la
Presenza del Figlio dell'uomo che si lascia condurre dalla mano e dai desideri
dell'uomo.
Sarai
sicuro d'aver visto il Figlio.
Avrai
nel cuore le conseguenze del "vedere":
certezza, consolazione, sicurezza, pace.
Forse
ti verrà spontaneo inginocchiarti, come i Magi davanti al Bambino fasciato. Sì,
t'inginocchierai per aprire i tuoi scrigni e svuotarli, per rimanere anche tu
come lui, povero, semplice, abbandonato nelle mani del Padre, sicuro solo di
lui.
"Venite
e vedrete."
Vedrete
uomini che per amore di Gesù si chiedono e si dicono l'un l'altro quel che
debbono fare.
Anche
se ognuno di loro sa vedere cos'è utile, cos'è buono, tuttavia non lo fa finché
il Padre che è nei cieli non glielo suggerisce tramite la voce di un altro
fratello. Così nessuno può mai dire con sufficienza o vanagloria: io ho fatto,
sono stato io! E non s'insuperbisce.
Questi
uomini hanno addirittura il coraggio d'incaricare uno di loro di farsi voce
della Volontà di Dio. Non scelgono per questo servizio chi ha l'intelligenza
acuta, perché anche questo fratello dovrà esercitare fede per poter dire a un
altro con fiducia e amore: fa' questo, fa' quello, vieni qui, va' là!
Tutti
così esercitano il proprio cuore a rimanere obbediente: il cuore obbediente
assomiglia, e si unisce, al cuore del Figlio. Questo è lo scopo del loro vivere
insieme: non la riuscita di qualche utile lavoro o la perfezione del loro
organizzarsi, ma l'identificazione col Figlio, meta che non si raggiunge se non
vivendo un amore arricchito di obbedienza quotidiana. Per essi va bene non ciò
che anzitutto è logico e conseguente, non ciò che è utile e riuscito, ma ciò
che fa risplendere sulla terra l'eterna ubbidienza del Figlio di Dio.
"Venite
e vedrete."
Quando
uno di essi intravede qualcosa di bello o di "bene", non pensa
anzitutto ad eseguirlo, il che equivarrebbe a presumere che il proprio criterio
sia volontà di Dio. Egli cerca invece questa volontà con umiltà, attendendo
che Egli parli tramite la voce del fratello. Infatti sanno che Eva e Adamo si
sono lasciati sedurre dal bello e dal buono, o meglio, dal proprio sentire il
bello e il buono: non vogliono ripeterne l'esperienza. Si chiedono perciò l'un
l'altro se una cosa possa essere Volontà di Dio, senza imporre le proprie
vedute e senza fissarsi sulla propria impressione di ciò che appare bello e
buono.
Attraverso
l'amore ubbidiente, mantengono viva e concreta l'unità, per amore di Gesù,
cosicché egli possa essere presente oggi in quell’angolo di terra dove essi
vivono.
Vedrete
persone fragili e deboli nelle quali cresce la libertà. Per esse la presenza e
le decisioni degli altri non sono condizionamento, ma segni provvidenziali della
Volontà di Dio.
Vedrete
come si vive la vera libertà, quella che non può venir data dall'egoismo, ma
solo dall'amore, non dal far quel che si vuole, ma dal fare ciò che l'Amore
vuole.
Vedrete
persone che, talora con difficoltà, cercano la libertà dal proprio io, e per
questo si esercitano nell'amore ubbidendo ai fratelli. La libertà è dentro di
loro perché vivono l'amore ubbidiente: nessuno comanda, perché ognuno cerca di
stimare l’altro al di sopra di sé, e perciò nessun senso di costrizione
offusca lo splendore di questa libertà. Essa nasce dall'amore che obbedisce!
Tu
avrai visto un raggio dello splendore del Volto di Gesù, il Figlio che rende liberi per
davvero (Gv 8,36)!
4.
VENITE E VEDRETE... IL PADRE!
Venite
e vedrete!...
Che cosa vedremo?
La
dimora di Gesù. Una dimora povera, dove non c'è un cuscino fisso, stabile;
dove nessuno dice «mie» le cose che usa.
Vedrete
la vera ricchezza, quella del cuore.
Vedrete
come tesse le vesti Colui che ha rivestito
i gigli dei campi e come prepara il cibo Colui che riempie i granai dei passeri
del cielo.
Vedrete delle persone che non cercano sicurezza nel possedere denaro, né si
fanno notare vestendo alla moda o in maniere strane. Vedrete uomini che non
pongono attenzione ad esser fedeli alle ricette di cucina, né ritengono un
toccasana quelle del medico, che non lavorano per guadagnare, non depositano per
anni lo stipendio, congelando il pane di chi muore di fame; essi infatti sanno
d'avere un Papà capace, un Papà che vede i veri bisogni, che sa quanto dura la
vita di ciascuno e cos'è necessario per lui, perciò si occupano solo di
essergli figli.
Cercano
di non preoccuparsi del cibo e del vestito, né della salute, né di conoscere
le ultime notizie: il Padre darà quanto egli ritiene necessario ai suoi scopi
d’amore!
Potrete
accorgervi delle delicatezze del Padre, della tempestività dei suoi interventi;
vedrete pure, talvolta, come egli lasci che i suoi figli manchino di cose
ritenute comunemente necessarie! Egli vuole, infatti, che i suoi figli non
diventino schiavi delle cose, dei cibi o delle bevande, e non corrano il rischio
di ritenere necessario nulla di ciò che è destinato a perire. Al Padre preme
che non manchino della libertà interiore né di spirito di povertà, né,
soprattutto, della gioia profonda di sapersi amati.
Vedrete
un Papà occupato sia del bene spirituale che della cura materiale dei suoi
figli. Essi, per vivere come Gesù, e per non avere altri che Lui come Signore,
lasciano fare al Padre. Vivono in dipendenza da lui.
Non
fanno grandi progetti, a meno che il Padre stesso non lo chieda loro tramite i
suoi servi!
Cercano
di non lasciarsi mettere nel cuore preoccupazioni per il futuro, nemmeno per
quello che verrà dopo il sessantacinquesimo compleanno.
Inoltre
desiderano non dare importanza a ciò che hanno studiato, né a ciò che sanno
fare. L’importanza non l’attribuiscono né al proprio mestiere né alla
propria capacità, ma solo a Gesù: nemmeno lui si è servito della competenza
di Pietro per pescare, né di quella di Matteo per tenere la cassa. A loro ha
chiesto nuovi servizi, di cui sono stati fatti capaci a tempo debito dalla
grazia di Dio.
Sanno
che ciò che veramente conta del lavoro non è la riuscita, perché il Padre
apprezza solo l'amore che vi è stato impegnato. Qualunque sia l'esito, tutto è
andato bene quando c'è stato amore con impegno paziente.
Sanno
che il Padre non esaurirà mai le sue risorse di attenzione e di benevolenza:
egli è un Padre che non invecchia, non dimentica e non dorme.
Vedrete
uomini e donne che dipendono, dipendono da Dio; come Gesù nel deserto dipese
dal Padre al punto da rinunciare a trasformare, pur potendolo, le pietre in
pane: così vedrete qualcosa della vittoria di Gesù! Egli risplenderà! Egli, il
tesoro nascosto che si fa trovare in
un campo che, di per sé, non ha valore particolare.
Venite e vedrete la vera ricchezza del cuore di Dio, ricchezza che rende
felici i cuori degli uomini: Gesù!
Se
vorrai esser ricco anche tu e godere ancora più di chi si crede ricco, vendi
tutto, dà il ricavato ai poveri, cedi diritti, abbandona pretese.
"Accontentati" di Gesù: sii davvero contento di lui!
T'accorgerai
d'avere un Padre, il Padre stesso di Gesù.
Non
avrai più bisogno nemmeno di chiedergli qualcosa nella preghiera, perché ti
accorgerai pure che egli stesso, senza doverglielo domandare, ti ama!
Anche
nella preghiera quindi potrai godere di grande libertà da te stesso e dedicarti
completamente alla contemplazione del suo Volto e del suo Cuore!
Venite,
vedrete il Padre di Gesù!
5.
VENITE E VEDRETE...L'AMORE.
Venite
e vedrete...
l'amore di Gesù.
Egli
è figlio dell'Amore: non può che amare. Il suo amore è quello vero. Come fa
egli ad amarti? Egli ti ama stando attento al Padre. Egli sa perdere tempo col
Padre, lunghe ore di tempo. In quelle ore egli non si occupa di te, ma tu ti
senti - stranamente - amato da lui.
Egli
ti chiede occupazioni, fatiche, anche sofferenze, ma tu ti senti amato da lui.
Egli
ti lascia solo, ti fa fare quello che non sai fare, ma tu ti senti amato da lui.
Scopri
che Gesù ti ama veramente, eppure non accontenta i tuoi capricci, i tuoi
presunti bisogni, e nemmeno tutti i tuoi desideri.
Ti
lascia anche nel dolore, eppure senti che ti ama.
L'amore
di Gesù per te è un amore... puro. Egli non ti manifesta sentimenti d'amore, né
te li chiede. Egli dona la sua vita al Padre e ti chiede di fare altrettanto.
Venite
e vedrete.
Ci
sono persone che stanno tentando di imparare l'amore da Gesù.
Sembra
che esse non si amino perché perdono molto tempo nello star sole col loro Dio.
Gli donano molto spazio nel cuore. Non risparmiano ore nello stare con Gesù, ai
suoi piedi. Ti passano accanto anche senza dirti nulla, senza farti complimenti.
Sono capaci di lasciarti piangere, se piangi, di chiederti silenzio, se il tuo
parlare distoglie l'attenzione dal Signore. Sono persino capaci di
dimenticarti… Eppure tu senti di essere amato!
Tu
costati che queste persone non vivono per te, eppure tu, attraverso di loro,
senti venire a te amore da parte di Gesù. É Lui che conta, è Lui il Presente,
è Lui il centro di attenzione! Tu sarai portato a non attirar l'attenzione su
di te né con la voce, né col portamento, né con i gesti, né con gli
entusiasmi: la Presenza di Gesù non dev'essere offuscata né dall'ombra né
dallo splendore dell’uomo. Essi cercano perciò di non arrabbiarsi, perché
non danno importanza a sé o alle cose, nemmeno a ciò che «sentono», ma a
Lui. Cercano di non far differenze: usano le stesse attenzioni e le stesse
"distrazioni" per gli estranei e per i parenti, per i poveri e per i
ricchi, per i pii e per chi pare empio.
Quest'amore
lo potresti chiamare "amore casto": un amore che non attende di essere
ricambiato, anzi, desidera non esserlo. Se fosse ricambiato non rifiutano
d’essere amati, perché colui che li ama è il Signore! È un amore che svolge
ogni servizio senza ricerca di gratificazione, disponibile, che desidera non
farsi vedere dagli uomini; preferisce il nascondimento, ma anche se fosse
notato, godrebbe solo dello sguardo del Padre!
Venite
e vedrete.
Vedrete
la bellezza dell'amore gratuito, un amore che fa risplendere un raggio di
quell'amore che sgorga dal Figlio di Dio, offertosi al Padre senza riserve.
Vedrete un amore che non chiede per sé tempo libero, perché il suo donarsi
vuol essere continuo.
Venite
e vedrete
l'amore di Gesù.
Nonostante
l'amore cerchi di essere puro e di lasciarsi purificare, non mancano la
tentazione quotidiana e spesso il peccato.
Affinché
questo non arrivi a portare il frutto della divisione dei cuori -
e quindi a distruggere il "dove
sono uniti" - gli uomini che stiamo osservando hanno il coraggio, o
l'umiltà, di chiedersi perdono gli uni gli altri tutti i giorni.
Essi
sanno che l'amore di Gesù può coprire il loro peccato, e redimerlo, perciò si
perdonano pronunciando il Nome di Gesù: tra essi non rimarrà nulla in sospeso,
nulla nell'aria, nulla tra l’uno e l’altro oltre a quel Nome in cui è
stabilito che siamo salvi. Capiterà loro spesso di dire: "Ti chiedo
perdono nel Nome di Gesù", e di rispondere: "Ti perdono nel Nome di
Gesù". tu sarai spettatore della crescita dell'unità!
Venite
e vedrete...
l'amore di Gesù!
6.
VENITE... CONCRETAMENTE.
"Dove?",
mi dirai.
Finché
io vivevo solo non potevo dirti: "Vieni".
Avresti visto solo me. Ora vivo rapporti di comunione, come il mio Dio vive
rapporti di comunione; perciò posso dirti: "Vieni, e qualcosa
vedrai"!
Non
in me, ma nel mio rapporto di comunione con i miei fratelli si fa visibile e
operante il Signore Gesù.
Lo
Spirito Santo ha fecondato l'umanità di Maria per dare alla luce il Figlio di
Dio. É ancora lo Spirito Santo, Spirito di relazione d'amore, che rende
visibile nel mondo la Presenza del Figlio di Dio, la rende concreta e operante.
"Dove
due o tre sono riuniti nel mio Nome!"
"Venite..."
Questo
invito te lo può rivolgere chiunque vive rapporti di comunione nel Nome di Gesù.
Là puoi "venire" per
condividere la comunione, e allora "vedrai"!
Non
importa se le persone che troverai vestono nero, blu o marron, saio o pantaloni.
Non
importa se ti faranno circondare da bambini o da ammalati, oppure se ti
metteranno in mano una zappa. Non importa se ti faranno imboccare persone
incapaci o se ti daranno da eseguire con fatica un lavoro che ti pare inutile, o
se ti chiuderanno in una cella per molte ore ad affrontare la "lotta con
Dio"!
Importa
che le persone che ti accolgono siano riunite nel Nome di Gesù: là potrai
vedere "dove" egli stesso
abita.
"Venite..."
Verrai,
dovunque verrai, solo per vedere, solo per curiosare? Rischieresti di non vedere
nulla, anzi, rischieresti di veder riflessi i tuoi difetti e peccati sul volto
altrui e di accusare gli altri delle tue idolatrie inconsce e naturali. Vieni,
invece, per condividere l'amore del Padre e l'amore al Padre, per condividere la
dipendenza da lui, per sperimentare la libertà dell'obbedienza. Vieni per
circondarti di silenzio e per piegare le ginocchia del cuore davanti a Gesù…
Allora, sta' certo, vedrai! E tu stesso potrai farti voce della
Voce che non smette di dire, o di cantare: "Venite
e vedrete"!
Troverai
fratelli che vedranno il tuo "venire"
come un miracolo dell'amore di Dio. Sia che tu resti poche ore o molti giorni,
riceverai spirito di comunione che porterà i suoi frutti nell'ambiente in cui
ritornerai.
Se
poi avvertirai il desiderio di condividere stabilmente la vita comune, essi non
si entusiasmeranno alla tua domanda: l'accetteranno con gioia quando si
accorgeranno che Gesù stesso chiede loro di accoglierti. Solo allora, per amor
Suo, accetteranno di portare il peso della tua vita e di lasciarsi portare da
te.
Ti
consegneranno alle cure di un fratello, che tu potrai chiamare padre spirituale
o maestro di vita. A lui, in particolare, potrai aprire il tuo cuore e da lui ti
farai aiutare per vedere i passi da muovere nella sequela di Gesù. Con lui
vivrai un'unità più intensa, sorretta da un'obbedienza più intima e segreta.
Per
lungo tempo i fratelli che ti hanno accolto riposeranno sulla tua perseveranza.
Si accorgeranno se tu vivi per Gesù o se cerchi te stesso, se cerchi - anche
inconsapevolmente - di emergere, di "realizzarti".
Quando avrai qualche lieve pretesa, o vanterai qualche piccolo diritto,
quando ti arrabbierai per qualche distrazione altrui o ti preoccuperai di
difenderti con le parole o con i comportamenti, ti diranno: "Impariamo a
morire! Non accusiamo gli altri, come il Maligno, ma solo noi stessi! Prendiamo
su di noi le colpe altrui, come Gesù! Impariamo a perdere la nostra vita perché
possa vivere Gesù, lasciamo emergere lui solo, facciamo posto al suo spirito di
servizio, di donazione di sé, di arrendevolezza! Lasciamo che egli possa
realizzare il suo sogno, che è il nostro amore reciproco!”
Se
non riuscirai ad imparare a 'morire', i fratelli ti chiederanno di donare al
Signore un'altra testimonianza, quella di una vita 'normale', in famiglia o in
solitudine in mezzo al mondo.
Così
pure se i tuoi interessi rimarranno materiali e non sarai capace di fare tuoi
gli interessi spirituali del Regno dei cieli, ti aiuteranno a riprendere il
cammino comune in mezzo agli uomini amati da Dio. E tu, arricchito della loro
benedizione, con gioia continuerai a dar gloria a quel Padre le cui strade
d'amore sono infinite!
Dopo
qualche tempo d'amore servizievole potresti accorgerti, o essi potrebbero
accorgersi, di una diversa chiamata del Signore per te: Egli potrebbe chiamarti
a vivere in altro luogo, con altri fratelli, con altri compiti… Tu continuerai
a esser donato a Dio, ad essere figlio suo, con gioia!
Se
il tuo posto non sarà più il "dove
due o tre...", lascerai anche questo modo di glorificare Gesù: una
grazia, per quanto grande possa essere, non deve diventare un idolo! Solo a Gesù
vogliamo legare il cuore, non a un modo, per quanto sublime, di servire la sua
Presenza!
7.
VENITE... A COMPIERE IL DISEGNO DEL
PADRE.
Il Padre non va avanti a caso, in modo disordinato. Egli
ha un disegno, un progetto, e desidera compierlo. Per realizzarlo cerca persone
che si offrano, anima e corpo, con libertà e amore.
Il
disegno è questo: "Ricapitolare in
Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra" (Ef
1,10).
Il
Padre con amore sapiente vuole che il «capitolo» di tutte le cose sia Gesù!
«Capitolo» è il bastone su cui s'avvolge il lungo rotolo di pergamena, il
punto cui tutto il «volume» fa riferimento per aprirsi e per chiudersi. Il
Padre vuole che tutto e tutti trovino in Gesù il motivo della propria
esistenza, la radice, il punto d'unione tra i vari elementi o le varie persone.
Tutto è destinato a manifestare Gesù Cristo, crocifisso e risorto, come centro
e cuore dell'universo.
Tutto,
quindi anche la mia persona, la mia vita!
Io
posso essere riunito a quanti altri sono già uniti a Cristo Gesù da vincoli
spirituali. Nella santa Chiesa di Dio già vivo questa "riunione".
Posso però lasciarmi riunire in maniera ancora più concreta, immediata,
visibile!
Voglio
che tutte le cose, anche il mio vestito e il
mio nutrimento, tutto quello che mi si è appiccicato addosso lungo gli
anni, - educazione, abitudini, cultura, professione, ecc... -, concorrano a
compiere il disegno del Padre: Gesù Cristo merita questo dono! Egli, che non ha
risparmiato se stesso, merita il dono della mia esistenza concreta.
Ritengo
questa la mia prima missione, il mio primo apostolato: compiere il disegno del
Padre. In esso voglio inserirmi anzitutto io stesso, e non solo - e non
primariamente - spingervi gli altri!
Il mio primo apostolato lo compio entrando nel disegno di Dio Padre,
lasciandomi riunire da lui sotto un sol Capo, Cristo Gesù.
Il
secondo apostolato verrà dopo, quando con gli occhi e con la bocca e col cuore
griderò: "Venite e vedrete!
Venite, e troverete Gesù, il vostro Salvatore!".
Quando
Gesù mandò i suoi discepoli ad annunciare il Regno (Lc 10,1) li inviò a due a
due, perché la buona notizia non fosse solo udita, ma anche veduta attraverso
il loro vivere uniti nel
suo Nome!
Poter
dire "Venite e vedrete" darà
forza e incisività al mio essere apostolo, trasmetterà credibilità alle mie
parole, come ne godono le parole di Gesù, che vive davvero col Padre come
Figlio diletto!
***
"Il
mistero della sua Volontà:... il disegno
di ricapitolare in Cristo tutte le cose."
È
un cammino lungo, che dura tutta la mia vita!
Quanti
volti mi si fanno attorno in questo cammino! Volti gioiosi, volti segnati dalla
tribolazione, volti che esprimono austerità: volti che risplendono raggi
diversi dell'unica luce del Fuoco dell'amore eterno.
Questi
fratelli, che chiamiamo "Santi", saranno i miei amici, i più sicuri,
perché già hanno concluso con successo la corsa della fede. Ognuno di loro mi
lascia un esempio e ognuno mi è di incoraggiamento.
Tra
loro rifulge la Madre: Madre per loro e Madre per me, perché è la Madre di Gesù.
In mezzo ai Santi è la più bella e la più grande. Il suo silenzio è più
eloquente di tutte le parole. Con i suoi occhi teneri, pieni di lui, continua a
ripetermi: "Fa' tutto quello che ti
dirà!"
Accogliendo
l'invito del Figlio morente ella è andata ad abitare col discepolo "che
la prese nella sua casa"!
Sì, Maria, con te muoverò i
miei passi dietro a Gesù!
Tu mi aiuterai a muovere anche
quei passi
che sono diretti alla Croce del
tuo Figlio.
Gesù, sono tuo: guidami,
muovimi tu come vuoi,
come il capo muove le membra!
Mi tengo unito a te
e, nel tuo Nome, a quanti sono
uniti a te
in un sol Corpo, la Chiesa.