ANIMA IMMORTALE
I T. d. G. sostengono che l'anima dell'uomo non è immortale. Trovano motivo
per questa affermazione nelle parole della Bibbia, ma non si accorgono che nella
S. Scrittura la parola " anima " indica " persona " "
essere vivente ": vedi per es. quando Abramo volle spartire il bottino
col re di Sodoma, questi gli disse: " Dammi le anime, ma tieni per te i
beni" (traduz. dei T. d.G.). Intendeva certamente dire Dammi le persone,
i beni prendili per te (Genesi 14,21).
Una parola del profeta Ezechiele (18,20) dice: "l'anima che pecca essa
stessa morrà" (traduz. dei T. d.G.).
II contesto in cui il profeta mette questa frase vuole sostenere il fatto che
Dio punisce chi pecca e non i suoi parenti, vuoi metter l'uomo nella condizione
di assumersi la responsabilità delle proprie azioni: Colui che ha peccato e
non altri deve morire; il figlio non sconta l'iniquità del padre, né il padre
l'iniquità del figlio. Al giusto sarà accreditata la sua giustizia e al malvagio
la sua malvagità.
Il profeta in questo passo usa il termine "anima" senza cambiargli
il significato che aveva nel suo linguaggio d'allora, cioè " persona ".
Perciò noi leggiamo quella riga così: " Colui che ha peccato e non altri
morirà ".
I T. d. G. nel libro "Nuovi cieli e nuova terra" a pg. 82 dicono:
"Perciò, quando Abramo fosse tornato in polvere, quell'anima vivente sarebbe
morta; era un'anima mortale e Dio poteva distruggerla... Più dì 3400 anni dopo
il peccato di Adamo Geova Dio ispirò il profeta Ezechiele onde scrivesse: "...l'anima
che pecca sarà quella che morrà". Quindi per Adamo la morte significò il
ritorno all'inesistenza".
Interpretata così fuori del suo contesto tale frase porta alla conclusione
che con la morte l'uomo subisce una distruzione: nulla più esiste di lui. Alla
fine del presente "sistema di cose" solo il T. d. G. sarà nuovamente
chiamato all'esistenza da Dio (vedi anche pg. 56). Non occorre ci serviamo di
ragionamenti filosofici che dimostrano la immortalità dell'anima: abbiamo la
Parola di Dio che ci conforta e ci rassicura che con la nostra morte il corpo
subisce sì la corruzione, ma qualcosa di noi (come chiamare questa cosa, "
anima "?) sussiste.
Apocalisse 14, 13: Udii una voce dal cielo che diceva: Scrivi: beati d'ora
in poi i morti che muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, riposeranno dalle
loro fatiche, perché la loro opere li seguono.
Sapienza 2,23: Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità; lo fece a immagine
della propria natura.
Col vocabolo "morte" il libro della Sapienza intende solo la
morte dell'empio, che non ha prospettiva davanti a sé. Le anime dei giusti invece
sono nelle mani di Dio: per essi la morte ha il senso della continuità nella
vita presso Dio.
Tutta la Sacra Scrittura quando dice " anima " o " carne "
indica la totalità della persona, ma con prospettive diverse: carne è l'uomo
come creatura fragile, esposta alla morte; anima è la persona in quanto legata
a Dio, aperta all'azione di Dio e perciò anche immortale. Che ci sia una vita
oltre la morte non è mai stato messo in dubbio nell'Antico Testamento, pur non
sapendo come fosse.
S. Paolo dice: Così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo
di Gesù insieme con Lui (1 Tess 4, 14). Ora Dio può "radunare "
chi già esiste!, non chi è annientato. Inoltre la Bibbia riferisce le visioni
di s.Giovanni (in Apocalisse): Egli vede davanti al trono di Dio vegliardi e
una " moltitudine immensa": essi sono vivi davanti a Dio! "e
lo servono giorno e notte! ".
Aggiungiamo qui un'altra affermazione dei T. d. G.: l'inferno non esiste. Cerchiamo
di non dimenticare alcune parole di Gesù e degli Apostoli per conoscere la verità.
Mt 25,41: Lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno!...
Giov 5,28-29: Coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno:
quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per
una risurrezione di condanna.
2 Cor 5,10: Tutti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo,
ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo,
sia in bene, che in male.
MARIA SANTISSIMA E I SANTI
Maria, la madre di Gesù, e i Santi non sono tenuti dai T. d.G. in alcuna considerazione.
Anzi chi li venera è accusato di idolatria. Possiamo capirlo, se è vero che
dall'anno 100 dopo Cristo fino al 1919 (il periodo del fondatore C. T. Russel,
dal 1874 al 1919, viene definito periodo di " graduale risveglio ")
non ci sono stati veri "adoratori!" (cfr. pag. 69). Non c'è stato
cioè nessun cristiano! Non ci vogliamo ritenere così superbi da non poter ripetere
le parole che l'angelo Gabriele ed Elisabetta rivolsero a Maria:
Luca 1,28: Ti saluto, piena di grazia, il Signore è con te.
Luca 1,42: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo.
I cristiani non dimenticano queste altre parole della Bibbia pronunciate da
Maria: Luca 1,48: D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata!
Così, come si dice a riguardo di Maria, sorella di Lazzaro: Matteo 26,7
e 13: Gli si avvicinò una donna con un vaso di alabastro di olio profumato
molto prezioso, e glielo versò sul capo mentre stava a mensa... Gesù disse:
In verità vi dico: dovunque sarà predicato questo Vangelo, nel mondo intero,
sarà detto anche ciò che essa ha fatto in ricordo di lei.
1 Corinzi 11,1: Fratelli, siate miei imitatori come io lo sono di Cristo.
Queste parole di Paolo valgono anche oggi! Possiamo imitarlo anche se ora
vive " nascosto con Cristo in Dio "!
Venerando (non "adorando") i Santi, noi apprezziamo e lodiamo l'opera
di Dio, che da peccatori li ha resi amici suoi e risplendenti o rispecchianti
la sua santità. Solo Dio è santo! Nei " Santi " vediamo un riflesso
della santità di Dio!
Levitico 11/44: Siate santi, perché lo sono santo.
Efesini 1,4: Ci ha scelti per essere santi.
IL NUMERO DEI REDENTI
1 T. d. G. posseggono un censimento esatto del proprio numero. Ciò è possibile
grazie al controllo strettissimo su tutti i membri; ad es.:
media proclamatori 1980 in Italia: 81.569
media proclamatori 1981 in Italia: 87.854 (+8% del 1980)
media proclamatori 1980 ne! mondo: 2.175.403
media proclamatori 1981 nel mondo: 2.247.486 (+3,3% del 1980).
Noi cristiani non ci preoccupiamo del numero esatto dei nostri fratelli. Abbiamo
letto nella Bibbia:
2 Samuele 24,2-3 e 10: II re David disse a Joab: "Fate il censimento
del popolo, perché io conosca il numero della popolazione ". Joab rispose
al re: "il Signore Dio tuo moltiplichi il popolo cento volte più di quello
che è, e gli occhi del re, mio signore, possano vederlo! Ma perché il re, mio
signore, desidera questa cosa? ". Ma dopo che Davide ebbe fatto il censimento
del popolo si sentì battere il cuore e disse al Signore: " Ho peccato molto
per quanto ho fatto ".
Nel libro dell'Apocalisse di s. Giovanni leggiamo: Apocalisse 7,4: Poi
udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila,
segnati da ogni tribù dei Figli di Israele...
Da questo numero - che noi sappiamo essere simbolico (è il numero delle 12 tribù
d'Israele moltiplicato per 12 e poi per mille: sta ad indicare il numero sterminato
dei salvati) - i T. d.G. hanno dedotto che nel Paradiso saranno 144.000 (+ 1,
cioè Cristo Gesù) coloro che regneranno: sono la "classe celeste".
I predestinati sanno d'esserlo per rivelazione diretta. Essi sono gli unici
che possono partecipare al " pasto serale del Signore " (" Commemorazione")
(1) una volta all'anno mangiando il "pane e vino emblematici " del
corpo di Cristo.
Gli altri possono assistervi (dal 1938, prima non era permesso). Nel libro "Vita
eterna, nella libertà dei figli di Dio" a pg. 120-156 sono contenute le
indicazioni con cui ognuno può stabilire se è chiamato a partecipare alla Commemorazione
(sono indicazioni molto confuse. Ognuno deve sentire dentro di sé tale chiamata).
Il numero dei " partecipanti " è la cifra che manca a completare in
cielo la " classe celeste " di 144.000. Tenendo conto dei decessi,
il numero dei partecipanti dovrebbe diminuire di anno in anno. Non riusciamo
a capire come mai nel 1973 i partecipanti in tutto il mondo furono 10.523 e
nel 1974, il 7 aprile, furono 10.723! Nel 1976 invece furono 10.184. Nel 1981
furono 9.601. Alle stesse date "presenziarono" invece alla Commemorazione,
senza mangiare il pane, rispettivamente 3.994.924 e 4.550.457 T. d. G. e 4.472.571
nel 76, nell'81, 5.987.893. In Italia, nel 76 presenziarono 130.748, nell'81,
187.165.
Tutti gli altri T. d.G. non andranno in cielo, ma vivranno in una terra da paradiso
terrestre senza afflizioni, come Adamo ed Eva, prima del peccato. Chi non sarà
T. d. G. sarà semplicemente annullato, "stroncato", non risorgerà.
L'inferno non esiste. I " fortunati " che vivranno sulla terra nuova
saranno comandati (regnati) dalla "classe celeste" dei 144.001.
In questo modo vengono interpretati i passi del libro dell'Apocalisse senza
tener conto del loro significato allegorico e apocalittico.
Noi leggiamo con gioia il seguente versetto dell'Apocalisse: Apocalisse 7,9:
Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di
ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono
e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani.
Qui il Paradiso viene presentato in modo plastico, quasi terrestre. Come avrebbe
potuto spiegare l'Apostolo le sue visioni e le sue esperienze mistiche se non
con immagini tolte dalla nostra esperienza terrestre?
La realtà del "Paradiso" è certamente molto distante da ciò che la
nostra bocca può proferire o che i nostri orecchi possono udire: c'è la distanza
che ci può essere tra Dio e l'uomo! Ci sarà posto anche per noi? Se saremo fedeli
a Gesù Cristo e non lo rinnegheremo, "regneremo con lui "!
Luca 13,23-24: Un tale gli chiese: "Signore, sono pochi quelli che si
salveranno? ". Rispose: " Sforzatevi di entrare per la porta stretta,
perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno".
Entrerà chiunque crede nel figlio di Dio, Gesù Cristo: Chi crede nel Figlio
ha la vita!
1 " Commemorazione " è la loro celebrazione in ricordo dell'ultima Cena.