serie 2. parte 1
Testo
del Vangelo |
Lectio |
18
I discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno.
Vennero da lui e gli dissero:
"Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano,
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Signore Gesù,
stai vivendo un momento di comunione con i peccatori, seduto al banchetto
organizzato da Levi per celebrare la gioia di esser stato chiamato da
te. Egli ha visto il tuo amore, come di medico per i malati, e ne partecipa
l'esultanza a molti! I farisei hanno interrogato i tuoi discepoli su questo
tuo comportamento, criticandoti, e ora rimproverano direttamente te, accusandoti
d'essere incapace di insegnare loro a digiunare. Essi sì che digiunano,
e anche i discepoli del tuo precursore, ormai in prigione, digiunano.
Perché essi si mortificano?
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19 Gesù disse loro: "Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro?
Finché hanno
lo sposo con loro, non possono digiunare. |
Tu vuoi che i tuoi
discepoli invece siano un segno della tua presenza: essi devono annunciare
con la loro gioia che tu non sei solo il Maestro, ma l'amico, anzi, lo
Sposo! Qui, ora, ti riveli proprio così, come lo Sposo! Tu sei
lo Sposo di cui ha parlato Isaia, il profeta (62,5; 61,10), e poi Osea
(2), e quindi ancora tutto il Cantico! Tu sei colui che porta a noi l'amore
fedele del Padre, colui che lo rende concreto, visibile, sensibile! Tu
sei lo Sposo che riempie di gioia la sposa con il suo amore sicuro e vero,
stabile e forte! Tu stai preparando le nozze, anzi, stai cominciando la
festa: i tuoi discepoli non possono digiunare. Se essi digiunassero tu
non potresti manifestare agli uomini la tua identità, il tuo amore,
il compito che hai ricevuto dal Padre. |
20 Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto:
allora in quel giorno
digiuneranno. |
Solo quando tu sarai "tolto" (Is 53,8), allora digiunerò! Quando il mio peccato mi farà soffrire la tua assenza, allora digiunerò. Quando il peccato del mondo mi farà sentire la tua mancanza, allora digiunerò. Digiunerò per celebrare il tuo rifiuto da parte degli uomini, perché anch'io ne sono partecipe e colpevole. Gesù, abbi pietà di me! Per digiunare e per far festa non guarderò nessun altro, ma solo te. Tu sei la regola della mia vita: sei tu il centro, il perno di ogni interiore movimento, il principio e la fine, l'Alfa e l'Omega di tutto!
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21 Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo
nuovo tira sul vecchio e lo strappo diventa peggiore. |
Ora, Gesù, ci vuoi far comprendere quale grande novità
tu sei per tutto il mondo. Per celebrare le tue nozze è necessario
un vestito nuovo ed è necessario il vino della gioia definitiva
(Is 25,6), un vino davvero nuovo! La tua venuta è una stoffa grezza
ed è un vino nuovo! Chi accoglie te nella propria vita non può
introdurre la tua novità in schemi preesistenti, in forme religiose
costruite dall'intelligenza o dalla fantasia dell'uomo, in regole o devozioni
previste per il tempo della tua attesa! Chi accoglie te diventa tutto
nuovo, dentro e fuori, perché tu sei il vestito di cui noi veniamo
ricoperti (Rm 13,14; Gal 3,27)! Chi accoglie te è come uno che
indossa un vestito nuovo, e il suo vino ha bisogno di recipienti nuovi,
capaci di adattarsi ai tuoi desideri! |
22 E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri.
Ma vino nuovo in
otri nuovi". |
Tu sei il vino nuovo che deve trovare otri nuovi per essere presentato
al tuo banchetto. Tu non puoi essere imprigionato dentro modi di vivere
che, pur fondati sull'esperienza o sull'intelligenza o sull'abitudine,
sono incapaci di accogliere e di comunicare la tua novità. Gesù, grazie! Grazie che sei venuto, grazie che mi hai amato,
grazie che mi accogli per donarmi un vestito nuovo e una gioia nuova!
Davvero con te "le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di
nuove!" (2Cor 5,17). |