serie 2. parte 2

Vangelo secondo Marco: capitolo 2,23-28

Testo del Vangelo
(trad. CEI 1977)

Lectio

23 In giorno di sabato Gesù passava fra campi di grano

e i suoi discepoli,

mentre camminavano,

si misero a cogliere le spighe.

Signore Gesù, tu continui a cercare gli uomini per dire loro che sono figli di Dio! Sono passati i sei giorni dell'uomo ed è giunto il Giorno di Dio, il Giorno ad lui consacrato perché sia il giorno della libertà e della gioia per tutti. Questo è il Giorno sacro, il tempo che dà significato e bellezza a tutto il tempo, giorno atteso da tutti i giorni, perché pieno della Presenza e dell'amore di Dio, del Padre.
Gli uomini hanno preso sul serio questo Giorno, ma non sono riusciti a conservarlo come tempo di gioia nel servizio di lode a Dio, bensì ne hanno fatto una legge, assolutizzandola. La legge del sabato è diventata idolo, tanto che questo giorno non è più una gioia, un sollievo, un momento di libertà, ma un peso, tanto era grave la schiavitù di interminabili proibizioni.
Eccoti in mezzo ai campi con i tuoi discepoli.
Grazie, Gesù, che sei intervenuto a difenderli, anzi, a difendere la volontà d'amore del Padre, che gli uomini ignoravano o dimenticavano, e scambiavano con la volontà dell'uomo.

24 I farisei gli dicevano:

"Guarda!

Perché essi fanno in giorno di sabato

quello che non è lecito?".

Ecco appunto i farisei che vedono i tuoi discepoli e li giudicano. Questi passano insieme a te tra le messi e colgono le spighe di grano, quelle dei bordi dei campi destinate ai poveri (Dt 23,26; Rut 2,16). I tuoi discepoli sono davvero i poveri che si affidano alla bontà di Dio, i poveri che ricevono tutto dalle mani generose del Padre. I tuoi discepoli sono sempre i poveri di Dio, che provvede loro il cibo, e perciò non si preoccupano per esso, perché egli non smette di amare e di dare la vita.
Oggi è il Giorno sacro a Dio! I farisei giudicano i poveri che mangiano il dono di Dio, tu invece esulti perché il Padre tuo concede e offre loro il suo pane, affinché questo Giorno sia davvero giorno di festa, di gioia e di pace, Giorno di gloria di quel Dio che ama gli uomini come figli!

25 Ma egli rispose loro: "Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame?

 

26 Entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr,

 

e mangiò i pani dell'offerta,

 

che non è lecito mangiare se non ai soli sacerdoti,

 

 

e ne diede anche ai suoi compagni".

"Non è lecito", insistono quei devoti farisei rifacendosi alle leggi dei loro scribi. "È suggerito da Dio", sostieni invece tu, Gesù! E porti l'autorità delle Scritture. Se le Scritture concedono di interpretare la legge a favore dell'uomo, questo è ciò che Dio vuole.
Proprio il santo re Davide, consacrato da Dio, trovandosi affamato con i suoi compagni, mangiò i pani sacri destinati soltanto ai sacerdoti (1Sam 21,2ss)! Ciò che è sacro è di Dio, e Dio, che ama gli uomini, gode di offrire le sue cose ai suoi poveri, provvedendo anche il cibo a coloro che non ne dispongono! Egli provvede il cibo persino ai piccoli del corvo, uccello immondo; quanto più è lieto di affidare le sue cose "sacre", pane o giorno che sia, ai suoi figli bisognosi! Essi devono godere di Dio e delle sue leggi, devono benedirlo, non solo con le parole, ma con tutto il loro essere, perché sperimentano di avere un posto al centro del suo cuore. Al centro del cuore di Dio ci sono i figli degli uomini, ci sono i piccoli e i poveri, non le sue leggi; queste egli le ha date per proteggere piccoli e poveri, umili e sofferenti, dalle angherie degli egoismi e dalle insidie delle bramosie degli orgogliosi. La legge del sabato l'aveva data per proteggere anche gli schiavi e i forestieri dall'avidità dei loro padroni. Tutti dovevano conoscere e riconoscere che il Dio d'Israele è un Dio misericordioso, amante degli uomini, desideroso di essere in comunione con lui!
Davide chiese il pane. E il sacerdote, che conosceva la legge, ma ancor più l'amore di Dio, gli porse con gioia il pane sacro, l'unico di cui disponeva!
Gesù, perché hai rammentato questo episodio? Per quel gesto il sommo sacerdote Achimelek, padre di Abiatàr, è stato ucciso dal re Saul (1Sam 22,6ss). Volevi forse alludere a quanto succederà a te, che concedi ai tuoi discepoli di raccogliere e strappare le spighe in questo giorno santo? a te che interpreti la legge a favore dell'uomo, creatura di Dio?

27 E diceva loro: "Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato!

 

28 Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato".

Tu ora concludi con una parola chiara e ferma: Dio ha dato le sue leggi, anche quelle più sacre, per il nostro bene, cioè per la nostra crescita nell'amore, perché si sviluppi in noi la somiglianza a lui, vero Padre! E noi, che ubbidiamo, a lui dobbiamo ubbidire per crescere nell'amore, per somigliare a lui, Padre di tutti, per godere con lui della sua gioia!

Grazie, Gesù, d'averci ricordato pure che tu hai ogni potere dal Padre anche nel giorno di sabato. Tu sei davvero il Signore, il Dio con noi. La tua volontà è volontà di Dio, la tua parola è Parola di Dio. Il sabato è stato fatto per abituarci alla libertà che tu ci hai donato, la libertà dei figli nella casa del proprio padre! È stato fatto per te, perché tu ti possa manifestare! Sei tu infatti il Figlio dell'uomo, cui è stato dato ogni potere da Dio (Dn 7,13), da quel Dio che ha posto tutto nelle tue mani (Gv 13,3). Il sabato è stato fatto per rendere gioiosa e continua la nostra attesa della tua venuta: ma ora tu sei con noi, tu, il " Dio con noi ": perciò adesso ogni giorno è "sabato", ogni giorno è santo, santificato dalla tua Presenza! Con te è giunta la "pienezza del tempo" (Gal 4,4), che sarà segnato dalla tua presenza di risorto per sempre!
Gesù, Signore "di sabato" e Signore "del sabato", noi godiamo di te! Ogni giorno, ogni ora e ogni minuto infatti sono santi, sono di Dio, perché sono "pieni" di te!

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