serie 3. parte 6

Vangelo secondo Marco: capitolo 6,14-29

Testo del Vangelo
(trad. CEI 1977)

Lectio

14 Il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: "Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui".
15 Altri invece dicevano: "E' Elia". Altri ancora dicevano: "E' un profeta, come uno degli antichi profeti".
16 Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: "Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risorto!".

17 Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l'aveva sposata. 18 Giovanni infatti diceva a Erode: "Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello".
19 Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto ucciderlo, ma non poteva 20 perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.

21 Venne però il giorno propizio quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell'esercito e i notabili della Galilea.
22 Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: "Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò".
23 E le giurò più volte: "Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno".
24 Essa uscì e disse alla madre: "Che cosa devo chiedere?". Quella rispose: "La testa di Giovanni il Battista".

25 E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta dicendo: "Voglio che tu mi dia adesso su un vassoio la testa di Giovanni il Battista".
26 Sebbene molto rattristato, il re a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. 27 E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni.
28 La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre.
29 I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

Signore Gesù, dove sei e cosa fai ora che i tuoi discepoli sono partiti per la loro prima esperienza come annunciatori del tuo regno? Certamente li stai accompagnando con la preghiera che ti è sempre familiare. E noi stiamo a vedere e ascoltare ciò che la gente dice di te. Sei diventato famoso, tanto che anche il tetrarca Erode vorrebbe sapere. La gente che non ti ha mai visto insieme a Giovanni riesce a pensare che lui sia risorto e che in te continua il ministero profetico con l'aggiunta di miracoli. Qualcuno, più addentro nelle Scritture, ti identifica con Elia, che il profeta Malachia ha annunciato (3,23), oppure col profeta di cui parla Mosè nel suo libro (Dt 18,15). I rimorsi di coscienza non si spengono nel cuore di Erode, che preferisce perciò pensare che Giovanni sia di nuovo vivo, avendo ricevuto il grande premio per la sua santità, quello di poter fare miracoli: in questo caso il suo delitto è meno gravoso da sopportare.
Tu, Gesù, hai amato il tuo precursore e certamente hai udito insieme ai tuoi discepoli le circostanze dettagliate della sua morte. E hai meditato su di esse come su altrettante profezie per te.
"Davanti ai re parlerò della tua alleanza senza temere la vergogna" (Sal 119,46): così Giovanni, e così anche tu nel Sinedrio e nel Pretorio. "Elia… la sua parola bruciava come fiaccola. … Fosti designato a rimproverare i tempi futuri" (Sir 48,1.10). Ascoltando le circostanze del sacrificio di Giovanni ci prepariamo a vedere il tuo, Signore Gesù.
L'adulterio di Erode è il punto di partenza, peccato colpevole di omicidio. Come Davide dopo aver desiderato Betsabea meditò e realizzò la morte di Uria, così Erode, peccando con Erodiade, non riesce a sottrarsi dal divenire omicida. Ogni peccato genera peccato e morte, perché tutti i peccati sono omaggio a colui che è "omicida fin dal principio" (Gv 8,44). Giovanni pronuncia la sua parola profetica come l'aveva pronunciata Elia. E come la regina Gezabele meditò e cercò di realizzare la morte del grande profeta, così Erodiade sfoga il suo odio contro Giovanni, che ricorda a lei e a Erode la legge di Dio che dichiara il male dell'incesto: "Se uno prende la moglie del fratello è una impurità" (Lev 20,21). Invece di essergli riconoscente vorrebbe ucciderlo. Così, Gesù, vorranno uccidere te i Sinedriti, cui tu rimprovererai l'idolatria del denaro e del potere.
Per Giovanni venne "il giorno propizio", agognato da Erodiade, giorno atteso dai santi come giorno di testimonianza suprema a Dio. Per te giungerà "l'ora" del "battesimo" che devi ricevere (Lc 12,49s), ora da te attesa con impazienza, affrettata dai capi, "l'ora" in cui glorificherai il Padre consegnandogli il tuo Spirito.
Come Erode cerca di difendere Giovanni, pur tenendolo legato in catene, così Pilato cercherà di liberarti, pur facendoti flagellare.
Erode conosceva Giovanni come uomo "giusto e santo" e "lo ascoltava volentieri". Tu sarai ritenuto da Pilato giusto e senza colpa, ed egli si intratterrà a parlare con te con meraviglia.
Interviene la figlia di Erodiade, plagiata dalla madre, a costringere il re a realizzare il suo perverso disegno. Così la folla, istigata dalla menzogna dei capi, costringerà Pilato a consegnarti ai soldati.
Erode vuol dare alla ragazza ciò che lei vuole (Est 7,2), e Pilato dà ai Giudei quello che essi vogliono: volete che vi liberi Barabba o Gesù?
L'idolatria di Erode arriva a dare più importanza alla propria parola che alla Parola di Dio, ai propri invitati che al profeta di Dio. Così il vassoio con la testa di Giovanni arriva nella sala e sul tavolo del banchetto. Anche qui, Gesù, tu vedi una profezia, perché tu stesso farai passare sulla mensa dei tuoi discepoli attoniti il vassoio e il calice del tuo Corpo e del tuo Sangue dati per noi!
I discepoli di Giovanni, in silenzio, ne posero il cadavere in un sepolcro. I tuoi discepoli, quelli che ora mantengono pusillanime distanza da te, ti offriranno il sepolcro profumato e gli onori della sepoltura.
Signore Gesù, abbiamo ascoltato con te il racconto della testimonianza di Giovanni. In tal modo la sua morte non ci rattrista nè ci meraviglia. Il peccato degli uomini ha bisogno del sacrificio dei giusti per essere redento. Uccidendo, gli uomini realizzano l'offerta dei santi. Tra questi uomini sono anch'io, col peso del mio peccato.
Meditando sul giorno di Giovanni, tu, Gesù, ti prepari ad offrire al Padre l'ultimo sacrificio, il perfetto, il primo e l'ultimo, che darà forza e significato a quello di tutti i discepoli che si uniranno a te e consegneranno a te la loro vita. Ora essi stanno predicando e lottando contro il regno di Satana: torneranno per stare ancora con te, che li preparerai al dono pieno di sè.

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