serie 4. parte 6
Testo
del Vangelo |
Lectio |
14 E arrivando presso i discepoli, videro attorno ad essi molta folla e gli scribi che discutevano con loro. 15 E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. 16 Ed egli li interrogò: "Di che cosa discutete con loro?". 17 E dalla folla uno gli rispose: "Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. 18 Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti". 19 Egli allora disse loro: "O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me". 20 E glielo portarono. Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. 21 Gesù interrogò il padre: "Da quanto tempo gli accade questo?". Ed egli rispose: "Dall'infanzia; 22 anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell'acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci". |
Signore Gesù, hai parlato di Elia con i
tre discepoli, scendendo dal monte. Elia è il profeta della fede
forte, la cui preghiera è stata esaudita da Dio. Fede e preghiera
sono atteggiamenti necessari ai discepoli, ma ancora mancano ai tuoi. Tu
assente, essi discutono. Si lasciano distrarre dagli argomenti degli scribi,
forse per farsi ammirare dalla folla incuriosita. Ma la folla cerca te,
soltanto te. Quando ti vede accorre da te, lasciando soli i discepoli. Essi
dovrebbero essere i primi ad avvicinarsi a te! Tu ti sei accorto che era
in corso una discussione: certamente essi parlavano di te, dei tuoi insegnamenti
e delle tue scelte, disapprovate e disprezzate dagli scribi. Vorresti aiutare
i tuoi discepoli, o a rispondere alle domande o a lasciar perdere la discussione.
Ti risponde invece uno dalla folla. Egli aveva fiducia in te ed era accorso,
pensando che tu fossi con i discepoli, e invece eri assente. Allora ha rivolto
ad essi la richiesta destinata a te per suo figlio: questi, di quando in
quando, vien preso da una forza che gli toglie sempre la parola, la capacità
di comunicare, e vorrebbe togliergli pure la vita. I tuoi discepoli, cui
tu avevi dato potere sugli spiriti immondi (3,15; 6,7) hanno provato a liberarlo,
ma senza alcun esito. La tua prima reazione, Gesù, è diretta ai discepoli. Ti rivolgi a loro come Dio al popolo di Mosè, quando lamentandosi e mormorando esprimeva la sua mancanza di fede: "Fino a quando sopporterò…?" (Nm 14,27). Dov'è la fede dei tuoi discepoli? Pensano di farcela con le proprie forze o con le proprie parole e non con la potenza di Dio che è in te? Vuoi vedere il ragazzo, che, appena ti scorge è disturbato dallo spirito. È uno spirito o una malattia? Per te non c'è differenza; lo spirito si serve di una malattia, che gli impedisce di stare in ascolto e di rispondere. Tu allora ti rivolgi al padre del ragazzo; egli pure soffre, perché ama suo figlio. È lui infatti che chiede il tuo intervento, ed è lui che risponde alle tue domande, è lui impegnato a custodire la vita del ragazzo dal fuoco e dall'acqua. Ogni cosa è nemica per chi è in balia degli spiriti! Quell'uomo si rivolge di nuovo a te. I tuoi non sono stati capaci di liberare suo figlio. Egli teme che forse nemmeno tu possa farlo, perciò esprime anche questa paura: "Se tu puoi qualcosa…". È bella la fede di quest'uomo, ma è tentennante. Tu vuoi anzitutto correggerla, rafforzarla, renderla stabile e sicura. |
23 Gesù gli
disse: "Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede".
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La tua risposta,
Gesù, ci mostra com'è la tua fede e ci incoraggia a prenderla
in noi (Gc 1,6-8; 1Gv 5,14-15; Gv 16,23). Anch'io voglio credere con te
e come te. "Tutto è possibile a chi crede"! A Dio nulla
è impossibile (cf Gn 18,14), chi crede si appoggia sulle capacità
di Dio, non sulle proprie capacità, nemmeno sulle nostre capacità
di credere. Per quanto noi crediamo, non siamo capaci di credere. Il nostro
credere è sempre rovinato dal nostro peccato, dall'egoismo, dall'orgoglio,
dalla vanagloria. Dobbiamo continuamente ricevere la fede come dono di
Dio, come sua azione. Gesù, rendici partecipi della tua fede. Tutto
è possibile a chi crede, ma solo tu credi. Solo il tuo credere
è puro, libero dal peccato. "Aiuta la mia incredulità",
sostienila con la tua fede. La mia fede è un'incredulità
che si apre a te, ad accogliere la tua fede. |