1 Si mise a parlare loro con parabole: "Un uomo piantò una vigna,
la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì
una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
2 Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro
la sua parte del raccolto della vigna.
3 Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote.
4 Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla
testa e lo insultarono.
5 Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni
li bastonarono, altri li uccisero.
6 Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo:
"Avranno rispetto per mio figlio!".
7 Ma quei contadini dissero tra di loro: "Costui è l'erede. Su,
uccidiamolo e l'eredità sarà nostra!".
8 Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.
9 Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà
morire i contadini e darà la vigna ad altri.
10 Non avete letto questa Scrittura:
La pietra che i costruttori hanno scartata
è diventata la pietra d'angolo;
11 questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi?".
12 E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito
infatti che aveva detto quella parabola contro di loro.
Lo lasciarono e se ne andarono.
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Signore Gesù, quelli che non hanno voluto esprimersi riguardo a Giovanni
sono ancora davanti a te. Essi hanno taciuto per paura della gente, ma tu
non hai paura di loro. In ogni caso tu vuoi dare la risposta alle loro domande
riguardo la tua autorità e riguardo colui che ti ha inviato. Questa
risposta sarà utile per loro per riconoscere la propria posizione di
distanza da Dio.
È bello udire parabole dalla tua bocca, perché ricche di sapienza
e di luce. Per quella che racconti ora ti servi di immagini note e amate da
tutti e perciò tutti possono comprenderne il significato e lo scopo.
Il popolo d'Israele è la vigna ben curata e custodita, piantata da
Dio stesso, come dice Isaia (5,1-7; Sal 80,9ss). Tu aggiungi che è
stata affidata a dei contadini perché la coltivino. Il padrone ha avuto
fiducia di loro, tanto da metterla del tutto nelle loro mani. I capi del popolo
che ti ascoltano cominciano a capire che parli di loro. Il loro compito e
la loro autorità viene da Dio. Essi però non devono mettersi
al suo posto, come padroni. Essi devono rendere conto all'unico Padrone. Questi
manda loro uno dopo l'altro tre servi: il primo e il secondo li malmenano
e li colpiscono, il terzo lo uccidono. A chi pensi, Gesù? Forse a Mosè
e ad Elia, che hanno sofferto molto per il loro compito, e a Giovanni di cui
tutti ricordano la morte violenta? Il padrone, tutti capiscono che è
Dio: egli aveva mandato molti altri servi, i profeti. Sono essi ad essere
chiamati "servi di Dio" (Ger 7,25). Nessuno ha potuto consegnare
al padrone frutti della vigna per colpa di quei contadini cui è stata
accordata piena fiducia. Ora, Gesù, parlando di Dio, ci vuoi mostrare
tutto il suo amore per la vigna e per i contadini.
Il padrone della vigna ha ancora uno da mandare, e questi è il suo
figlio amato. Egli lo manda, ma non con l'intenzione di mandarlo a morire.
Il Padre, nonostante abbia avuto prova solo di egoismo malvagio da parte dei
responsabili della vigna, tuttavia ha ancora speranza che nel loro cuore ci
sia amore per lui: non può pensare altrimenti. Egli compie quindi anche
quest'ultimo tentativo. È proprio l'ultima possibilità perché
gli mostrino amore e riconoscenza.
Il figlio che manda è l'amato, come Isacco era l'amato di Abramo, pronto
al sacrificio (Gen 22,2). I tuoi discepoli, Gesù, sanno che pure di
te è stato detto, presente Giovanni, che sei il Figlio amato, e a tre
di loro questo è stato confermato sul Monte. Così ti manifesti
e rispondi alle domande che ti erano state poste dai capi (28). La tua parabola
giunge al culmine. Tutti capiscono che stai parlando di te e di loro, che
hanno deciso la tua morte, come i figli di Giacobbe hanno deciso, riguardo
al loro fratello Giuseppe, l'amato del padre loro: "Venite, uccidiamolo"
(Gen 37,20). Essi, i capi, membri del Sinedrio, hanno deciso di farti perire
e per questo si erano radunati. Sei tu colui che, per loro decisione, deve
morire. Ecco la risposta alle domande con cui essi volevano che tu pronunciassi
la tua stessa condanna: Tu sei il Figlio di Dio. Da qui la tua autorità,
e Dio è colui che ti ha mandato per vedere cosa essi fanno e chiedere
come frutto della vigna l'accoglienza di te. Ora tu dici loro cosa essi hanno
programmato di fare e faranno. Ai discepoli l'avevi già rivelato. "Lo
presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna".
Tu pronunci ora la condanna di quei contadini, cioè la condanna dei
capi. Il giudizio si rivolge contro di loro.
A prima vista sembra che la vittoria sia della morte: il Figlio amato ucciso
e uccisi tutti i contadini. Non c'è alcun futuro? Il padrone della
vigna non si arrende, a lui sta molto a cuore la vigna e continua a prendersene
cura, non l'abbandona: "Darà la vigna ad altri". Il futuro
c'è, ma senza di loro.
Tu continui a parlare, Gesù, riprendendo quel salmo con cui sei stato
accolto al tuo arrivo a Gerusalemme, seduto sull'asino adorno di poveri mantelli.
Esso canta l'azione sorprendente, inaspettata, di Dio: La pietra scartata
dai costruttori viene presa e usata come pietra d'angolo. Costruttori di Gerusalemme
si ritengono coloro che ti vogliono eliminare. Ciò che essi fanno non
viene ratificato da Dio, che invece prende proprio colui che è buttato
fuori per iniziare a costruire il suo edificio solido e stabile. Ai discepoli
avevi parlato di risurrezione dai morti: qui ora parli di meraviglia fatta
dal Signore (1Pt 2,6-7; Rom 9,33)! Ed è una meraviglia davvero inaudita:
"Si meraviglieranno di lui molte nazioni; i re davanti a lui si chiuderanno
la bocca, perché vedranno un fatto mai ad essi raccontato e comprenderanno
ciò che mai avevano udito" (Is 52,15). La meraviglia è
la tua risurrezione: il rifiuto degli uomini diventa occasione, nelle mani
di Dio, per manifestare la sua onnipotenza d'amore con la tua esaltazione.
Signore Gesù, unico Figlio amato, voglio accoglierti. Non posso più
accoglierti prima che tu venga ucciso, ti accolgo risorto per lasciarmi portare
da te nel tuo edificio, o Pietra angolare!
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