Gesù è risorto e incontra l'apostolo, che è accorso,
non perché lo ha riconosciuto con i propri occhi, ma perché
l'altro discepolo gli ha detto: "È il Signore!". Simone
si getta ai suoi piedi, e Gesù lo accoglie e lo vede in tutta la
sua povertà. Egli non può nascondersi allo sguardo del Signore:
la nudità dice proprio che Gesù ci vede in profondità,
in tutta la nostra limitatezza, in tutto il nostro bisogno e nel nostro
essere indifesi. Egli ci conosce nell'intimo, vede il nostro cuore e il
nostro peccato, come Dio ha visto quello di Adamo.
Simone si era lasciato vincere da volontà di indipendenza ed egocentrismo,
quando la sera precedente aveva deciso per conto suo di andare a pescare,
e Gesù ora glielo dice: "Ti cingevi la veste da solo e andavi
dove volevi". Ora egli si trova davanti a Gesù nudo e misero,
ma riconoscente, perché l'obbedienza alla sua Parola ha reso molto
fruttuosa la fatica di gettare la rete.
Gesù lo accoglie con amore. Egli tiene il libro, perché
è il custode e l'interprete della Parola del Padre, anzi, è
egli stesso la Parola che manifesta l'essere e la volontà di Dio.
Il libro può rimanere chiuso, perché la Parola esce dalla
sua bocca! Le sue vesti sono mosse dal vento dello Spirito, infatti egli
è sempre sostenuto e guidato dallo Spirito di Dio!
Ora Simone, figlio di Giovanni, ascoltando Gesù risorto si sente
domandare a tu per tu: "Mi ami tu più di loro?".
Questa domanda viene ripetuta, perché è l'unica cosa importante,
importante da fare e da sapere! Mi ami tu? Che rapporto hai tu con me?
Mi doni la tua vita? Me la doni gratuitamente, senza attenderti nulla
da me, che non possiedo null'altro che la Parola dell'amore del Padre?
Mi ami tu senza riserve? Mi ami tu anche a costo di non andare più
dove vorresti? Mi ami tu in modo che sia io il tesoro del tuo cuore? Mi
ami tu anche se io non ti dessi alcun compito, alcun riconoscimento? Mi
ami tu anche se ti dessi da portare un peso che occupi tutti i tuoi pensieri,
le tue energie, il tuo tempo?
La risposta di Simone è espressa dalle sue braccia e dalle mani
protese e dallo sguardo che non vede altri che Gesù! "Più
di loro" dice Gesù. Chi sono? Essi sono gli altri discepoli
scelti da Gesù, che gli hanno dato la vita, e che hanno ubbidito
a Simone quando ha detto "io vado a pescare". Eccoli, sono sulla
barca. La barca li tiene uniti, li distingue e li separa dagli altri uomini.
La barca sta sul mare, continuamente mossa e sballottata dalle sue onde,
il cui movimento è costante pericolo.
La barca, figura della Chiesa, risente della cultura e della storia umana:
la polena (testa d'animale sulla prua), tipica di un luogo e di un momento
storico, non impedisce nè condiziona la preghiera e il lavoro e
il tragitto della barca stessa. Gli uomini pensano che la barca si muova
per la forza e l'intelligenza umana, ma i remi sono stati abbandonati,
e nessuno tiene la vela per orientarla a destra o a sinistra.
La Chiesa non si muove grazie alle capacità umane dei suoi uomini,
ma solo grazie allo Spirito, vento che continua a soffiare e ad avvicinarla
a Gesù. La vela è ben legata all'albero maestro che sta
saldo in mezzo alla barca, albero che è la croce.
Senza croce la Chiesa non si muove, non avanza. È perché
essa porta la croce che lo Spirito può farla procedere nel suo
viaggio rischioso e pericoloso.
E inoltre nella Chiesa c'è sempre chi prega. La fiamma della preghiera
è sempre accesa in essa, ed è in posto ben visibile: tutti
devono poter vedere le mani alzate, per sapere da dove viene l'aiuto,
dove devono essere fissati i nostri pensieri e i nostri desideri, perché
la nostra patria è nei cieli.
Tutti vivono della preghiera di chi prega.
Coloro che sono nella barca non vengono da soli verso Gesù: li
segue la rete piena di centocinquantatre grossi pesci. Il numero è
quello dei popoli di tutta la terra!
La Chiesa va a Gesù con tutti quelli che vogliono essere salvati
da lui.
Grazie alla croce e al soffio dello Spirito la Chiesa si carica del peso
di tutti gli uomini per portarli a Gesù, che continua a dire a
Simone: "Pasci le mie pecore!" "Pasci i miei agnelli!"
Gesù sta pensando ai secoli futuri: egli salirà al cielo,
tornerà al Padre, ma la Chiesa rimarrà qui e continuerà
a raccogliere e ad accogliere quanti vengono salvati, perché incontrino
Gesù, odano la sua Parola d'amore e così vivano e gli rispondano
offrendosi a lui. Così la loro vita viene realizzata realizzando
il Regno di Dio!
Guardando quest'immagine vediamo i due aspetti della nostra vita nella
Chiesa: la nostra vita comunitaria e il nostro rapporto personale con
Gesù. Nella Chiesa questi due aspetti ci vengono continuamente
ricordati visivamente da chi vive in comunità, i cenobiti, e da
chi consacra la propria esistenza a Dio in un' esperienza eremitica. Ogni
cristiano deve essere capace di vivere da solo con Gesù, rispondendo
continuamente alla sua domanda "Mi ami tu?", e contemporaneamente
saper collaborare alla preghiera e agli impegni di tutta la Chiesa, entro
la quale egli si trova a servire il Signore per portare a lui tutti gli
uomini.
La Chiesa è chiamata e mandata: è chiamata a stare con Gesù,
e ogni cristiano deve dare a lui la propria risposta d'amore! La Chiesa
è mandata a compiere la missione di accompagnare tutti gli uomini
a conoscere l'amore di Dio in Cristo Gesù, e ogni cristiano può
rispondere insieme agli altri. "Mi ami tu?" e "Pasci i
miei agnelli": anche tu, rispondi da solo, impegnati per tutti.
E poi stiamo in attesa fervida di lui che ci dirà: "Bene,
servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darò potere
su molte città!".
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