serie
1. parte 3
Testo
del Vangelo |
Lectio |
9 Ed ecco, in quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel fiume Giordano da
Giovanni.
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Nella lontana Nazaret,
Gesù, hai udito di Giovanni e del suo battesimo. Anche tu vuoi
essere presente là dove tutto il popolo riconosce i propri peccati
e li confessa. Vai in quel luogo lontano dove si parla di te, della tua
grandezza e del tuo compito mai eseguito da nessuno. Lasci il villaggio
dove sei conosciuto e sconosciuto, villaggio di Galilea, regione dalla
quale nessuno si attende gli interventi di Dio (Gv 7,52). Ti rechi là
dove gli uomini diventano umili, dove, aiutati da Giovanni, essi riconoscono
di essere stati disobbedienti, e iniziano il passaggio da una vita vissuta
senza di te, ad un cammino di conoscenza della tua persona, della tua
forza, del tuo amore per il popolo, per lasciarsi così investire
del tuo Spirito che purifica e rinnova! |
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Anche tu compi il
passaggio del fiume che ubbidisce alla fede (Gs 3,14-17), fiume dalle
acque risanatrici! Tu non hai deposto nelle acque peccati tuoi, ma hai
preso su di te i miei e i nostri, quelli di tutto il mondo. Sei entrato
in quelle acque per accompagnare nel percorso di conversione i peccatori,
da esse ascendi per guidare il popolo che inizia il cammino verso il Padre!
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10 E, subito uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli
e lo Spirito discendere sopra di sé come
una colomba.
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Tu sali dall'acqua:
è la tua prima ascensione, inizio di quel percorso che ti porterà
sulla croce e alla destra del Padre! Infatti la prima realtà che
tu puoi vedere non sono gli uomini, ma i cieli aperti, e in essi il volto
splendente del Padre! Sono squarciati i cieli: è stata esaudita
la preghiera del popolo (Is 63,19). Il popolo sa che basta la tua presenza
perché scompaiano le sue sofferenze, siano vinti i suoi nemici,
allontanate le sue paure. Ora i cieli sono davvero squarciati sopra di
te: salendo dall'acqua, tu sei colui che scende dai cieli per "andare
incontro a quanti praticano la giustizia" (64,4). |
11 E venne una voce dal cielo:
"Tu
il prediletto:
in te ho posto il mio amore". |
"Tu":
la prima parola ti chiama, ti fa attento, ti dà certezza di essere
visto, amato, considerato. Colui che parla vuole entrare in rapporto con
te, colui che abita i cieli guarda verso di te, Gesù! " Tu
sei il Figlio mio "! Sono per te queste parole con cui veniva intronizzato
il re. Tu sei il re, re degli uomini, l'unico re scelto e consacrato da
Dio! Il Figlio mio! Le parole di consacrazione del salmo 2 rivelano pure
che tu sei il re: "Io l'ho costituito mio sovrano… Ti darò
in possesso le genti" (Sal 2,6-8). Tu sei re, perché il Padre
ti costituisce giudice e sovrano, tu il Figlio! Colui che parla, che abita
i cieli, si manifesta attraverso di te: egli è Padre, come desidera
il popolo che chiede lo squarciarsi dei cieli: "Tu sei nostro padre,
noi siamo argilla e tu colui che ci dà forma" (Is 64,7)! |
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Scendendo nell'acqua
del Giordano sotto la mano di Giovanni, dietro a tutti i peccatori, solidale
con loro, tu hai donato te stesso alla volontà del Padre che vuole
riscattare gli uomini. Perciò sei gradito a lui, sei la sua gioia,
colui che realizza la sua volontà d'amore! Sei colui che già
il profeta aveva visto come gioia di Dio e luogo dello Spirito (Is 42,1),
mandato a portare la pienezza dell'amore per ogni specie di bisogno dell'uomo.
E il bisogno dell'uomo è il bisogno di Dio, che riceve gloria e
manifesta la propria grandezza e la propria ricchezza di misericordia
nell'uomo risanato e ricolmato di gioia! |