serie 1. parte 4

Vangelo secondo Marco: capitolo 1,12-13

Testo del Vangelo
(trad. CEI 1977)

Lectio

12 Subito dopo

lo Spirito lo sospinse

nel deserto

Il tuo battesimo è avvenuto e la voce che viene dal cielo lascia il posto al silenzio. Tu ora sai chi sei, chi sei per il Padre, e chi è lui per te. Tu sei figlio, e perciò subito, cioè con chiarezza e decisa fermezza, ti viene chiesta un'ubbidienza.
È lo Spirito di Dio che ti " costringe " ad uscire dalla compagnia degli uomini per perderti nel deserto. Lo Spirito ti "butta fuori", come era stato buttato fuori dal paradiso Adamo (Gen 3,23) e come era stato spinto fuori dalla sua terra Abramo (Gen 12,1) per iniziare un cammino da solo con Dio. Anche tu ora, pur essendo Figlio, condividi le tribolazioni, le paure, le sofferenze di Adamo e la solitudine di Abramo! È fatica per te uscire e dimorare nel deserto, e percorrerlo per quaranta giorni come lo hanno percorso gli antenati per quarant'anni. Essi hanno incontrato vari pericoli, molte difficoltà, grandi sofferenze, che sono state di tentazione al loro attaccamento a quel Dio che li aveva liberati dalla schiavitù dell'Egitto per attirarli a sè in un'obbedienza filiale. Nel deserto essi sperimentarono la paternità di Dio, la sua sollecitudine materna, il suo amore sponsale.

13 e nel deserto rimase quaranta giorni,

tentato da satana.

 

Anche tu, Gesù, pur sapendo d'essere figlio, devi ora fare esperienza di questa tua grazia, devi viverla in situazioni concrete senza distrazioni! Il deserto è per te occasione preziosa per esercitarti in un amore nuovo al Padre che ti ama ed è pronto ad accoglierti come sacrificio, ti ama e ti considera il servo che offre se stesso. In questo deserto dovrai perseverare, rimanere, senza stancarti, per tutta la vita! Per dire questa tua decisione rimani quaranta giorni, resistendo a tutte le tentazioni che ogni giorno ti vogliono riportare in mezzo agli uomini per far vedere loro che tu sei figlio di Dio. La tentazione viene da Satana, l'accusatore. Egli ti odia e ti accusa davanti a Dio, come ha fatto con Giobbe (Gb 2,1). Egli ti accusa davanti alla tua stessa coscienza nell'intento di farti compiere segni prodigiosi che dimostrino a te stesso che tu sei figlio di Dio (Mt 4,1-11; Lc 4,1-10). Egli ti accusa davanti agli uomini affinché tu compia ciò che piace a loro perché ti accettino come il Messia (Mc 8,11).
Satana agisce con te come ha agito col popolo del deserto. Si sono lasciati tutti trascinare e sedurre dalle sue provocazioni, e sono morti. Sono stati tentati riguardo al cibo, ma la manna non li ha salvati (Es 16,2). Sono stati tentati dalla sete di potere e dalla ricchezza e comodità degli altri dèi per essere uguali a tutti gli altri popoli, ma questo era solo un tranello per giungere allo sfacelo e alla distruzione. Le tentazioni di Satana sono sempre seduzione, inganno, morte.

Se Satana ha vagliato te, Gesù, vaglia anche ciascuno di noi. Anch'io devo stare attento, non solo a quanto dicono gli altri uomini nel mondo, ma a quanto sorge dentro di me anche nei momenti in cui sono solo: può essere tentazione!
E dato che tu stesso poi sei stato tentato, so pure che la tentazione che si accanisce contro di me non è subito peccato! Fintanto che non l'avrò accolta essa non mi potrà allontanare nè da te nè dal cuore del Padre!
Gesù, tu hai superato la prova, hai vinto Satana. Tu sei più forte, tu sei davvero Figlio di Dio. Tu hai perseverato per tutti i quaranta giorni: se avessi ceduto, saresti uscito prima dal deserto.

Stava con le bestie selvatiche

 

Nel deserto non c'erano uomini con te, ma soltanto "bestie selvatiche". Queste non ti facevano paura, non riuscivano a farti scappare. Resistendo a satana, anche le situazioni nemiche, paurose e angosciose, diventano sopportabili. Vivendo come figlio attento e ubbidiente al Padre tu trasformi il deserto in un luogo ospitale.
È satana che fa di ogni giardino un deserto pauroso. Tu invece fai della terra un paradiso. Le " bestie selvatiche " spaventano e dilaniano gli uomini, e con la paura li costringono a difendersi e fuggire. Tu, obbediente allo Spirito, vivi tutte le situazioni nella pace; ogni situazione, anche quella più difficile e dolorosa, è per te occasione d'amore! Tu sei ora il nuovo Adamo e trasformi il deserto in un giardino (Is 32,15)! Tu sei il germoglio del tronco di Iesse (Rom 15,12), sei il Messia su cui si è posato lo Spirito del Signore per inaugurare i tempi della pace tra il lupo e l'agnello, tra il bambino e i serpenti velenosi (Is 11; 65,25).
Tu non hai mormorato come ha fatto il popolo per la mancanza di pane e di carne, non hai rimpianto le cipolle, i cocomeri e i porri d'Egitto (Nm 11,5)!

e gli angeli lo servivano.

Ora a te si possono accostare gli angeli di Dio per servirti. Non hai concesso spazio a Satana, possono perciò avvicinarsi gli angeli con il pane e l'acqua. Essi ti servono come hanno servito Elia quando fuggì dal mondo per rimanere fedele al Dio altissimo (2Re 19,5-7)! Elia, svegliandosi dal sonno, ha trovato il pane, tu incontri gli angeli stessi che ubbidiscono ai tuoi cenni (Lc 2,13; Gv 1,51).
Signore Gesù, la tua vittoria è mia gioia e mia speranza, è certezza e grazia, è luce e pace per il mio cammino nel mondo. In esso potrò vivere senza paura, godendo con te in ogni situazione difficile la presenza degli angeli di Dio (Tb 5,4)!

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