Maria ss.ma, al centro dell'icona, ha consegnato a Simeone il
bambino Gesù. L'anziano, con grande amore e con fede (mani coperte!)
solleva il Figlio di Dio, che dà significato e speranza alla sua vita,
al suo passato e al suo futuro. È quel bambino la luce del mondo e
la gloria del popolo, è lui che, sostenuto, sostiene tutti.
Giuseppe, lo sposo di Maria, portando i due colombi per il sacrificio con
cui. secondo la Legge, riscatterà la vita del figlio primogenito, assiste
all'incontro del nuovo Germoglio con il vecchio rappresentante dei giusti
d'Israele. Anna, la vedova ottantaquattrenne (= 12 x 7), loda Dio perché
ha riconosciuto in quel bambino colui che è atteso da tutti come il
proprio salvatore.
Il Nuovo Testamento incontra l'Antico, che riconosce in Gesù colui
che gli dà significato e ne porta a compimento le promesse. D'ora in
poi chi legge le Scritture dell'Antico Patto sa che esse sono compiute, e
che si possono leggere solo pensando a Gesù.
Nel tempio di Gerusalemme risuona ora la voce di Simeone, voce di soddisfazione
gioiosa, perché quel bambino realizza tutti i desideri e le attese.
"Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo
la tua Parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata
da te davanti a tutti i popoli, luce per rivelarti alle genti e gloria del
tuo popolo, Israele" (Lc 2,29-32).
Quel bambino, che può stare solo in braccio a qualcuno, è il
segno contraddetto: davanti a lui si dividono gli animi di tutti. Il mondo
intero si dividerà: chi sarà a suo favore e chi si metterà
contro di lui. Simeone dice a Maria proprio questo, profetizzando così
la sofferenza che ella avrebbe affrontato a causa di quel Figlio benedetto.
Maria ci mostra l'atteggiamento più bello per una persona umana, quello
che anch'io voglio assumere: essere sempre pronto a ricevere e a donare Gesù!
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